Babywearing

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L’arte di portare il proprio bambino con un supporto portabebè

Qui potrai trovare dei brevi cenni sul babywearing, sui benefici derivanti dal suo utilizzo, fasce, marsupi, half buckle e altri supporti.

Noi forniamo presso la Fascioteca di Bari sita in via Guido de Ruggiero 42 alcuni servizi per guidare i neogentiori alla scoperta di questo mondo.

Per richiedere un appuntamento per una consulenza personalizzata contattare Valentina al 3207504284 o Luciana 3480125317.

Viaggio nel mondo del babywearing

Babywearing è mettersi in ascolto di sé e del proprio piccolo, è per questo che prima di entrare nel dettaglio partiamo dalla descrizione dello sviluppo sensoriale nel grembo materno quando ancora il bambino è un feto ed inizia ad acquisire le sue prime competenze attraverso i sensi.

Il primo dei cinque sensi che sviluppa il feto è il tatto. I recettori sensoriali cominciano a comparire intorno alla bocca già intorno alla settima settimana di gravidanza e quattro settimane dopo sono presenti su tutto il viso, sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Dalla quattordicesima settimana, tutte le parti del corpo, ad eccezione del dorso e della sommità del capo, reagiscono agli stimoli. Il tatto diventa per il bambino il primo mezzo di esplorazione e dalle ecografie si può spesso vedere spesso il feto succhiarsi il pollice. Nel corso del secondo trimestre, le sensazioni diventano sempre meno confuse: il bambino riuscirà finalmente a percepire le carezze della mamma e del papà.

Le percezioni uditive del feto cominciano a otto settimane con il formarsi del sistema vestibolare, situato nell’orecchio interno, per poi perfezionarsi gradualmente fino all’ottavo mese, quando si completa anche lo sviluppo dell’orecchio medio. A partire dalla trentacinquesima settimana, l’udito del feto è quasi normale, ma il bambino reagisce ai suoni esterni già prima della trentesima. Il feto è in grado di sentire sia i rumori provenienti dal corpo materno (battito del cuore, respiro, rumori legati alla digestione) sia quelli esterni, come le voci e la musica.

Le papille gustative sulla lingua compaiono a dodici settimane e continuano a svilupparsi fino alla nascita, mentre i recettori dell’olfatto fanno la loro comparsa verso la nona settimana. Sebbene non si sappia con certezza quando il feto cominci a sviluppare le percezioni gustative e olfattive, è dimostrato che il bambino impara a conoscere gli odori e i sapori inalando e deglutendo il liquido amniotico, nel quale passano le molecole aromatiche dei cibi assunti dalla mamma.

La vista è l’ultimo dei cinque sensi a svilupparsi nel feto. Le palpebre restano chiuse fino alla 26° settimana, per consentire il corretto sviluppo della retina. Intorno alle 33 settimane, le pupille sono in grado di restringersi o dilatarsi a seconda dell’intensità della luce. Diversamente da quanto accade per gli altri sensi, già perfettamente sviluppati alla nascita, la vista del neonato non è ancora giunta a maturazione: appena nato, il bambino riesce a mettere a fuoco solo oggetti e persone situati entro 20-25 cm dai suoi occhi, che corrispondono alla distanza tra il piccolo e il volto della madre quando lo allatta al seno.

Da queste competenze che il bambino ha acquisito nel grembo materno partiamo per comprendere quanto lui si sia già adattato alla vita.

E’ stato contenuto al caldo cullato, ascoltando i suoni della mamma e percependo una luce fioca.

Cosa succede ad un neonato dopo aver compiuto il suo primo e faticoso viaggio attraverso il canale del parto?

Nulla di quello che già conosce è come prima, la temperatura, il contenimento, il movimento, i suoni e la luce.

Appena nato già deve superare il suo primo esame, i neonatologi con l’osservazione attribuiscono dei punteggi a diverse delle sue funzioni vitali, questi voti si traducono nell’Indice di Apgar.

Questo serve a capire lo stato di benessere del neonato. Ma quali sono gli indici che vengono valutati?

Si tiene conto di cinque parametri vitali:

  • Frequenza cardiaca;
  • Ritmo respiratorio;
  • Reazione agli stimoli;
  • Colorito cutaneo;
  • Tono muscolare.

Ad ognuno di questi elementi, viene assegnato un punteggio che va da zero a due: se la somma è superiore a sette, le condizioni del neonato sono ritenute soddisfacenti. Il test viene eseguito entro 1 minuto dalla nascita e ripetuto dopo 5 minuti.

Un indice di Apgar basso non è, di per sé, il segno di gravi problemi in atto, ma induce i medici ad intensificare gli accertamenti post-natali.

Non c’è bisogno di approfondire il perché lo stato della frequenza cardiaca, il tono muscolare, il ritmo respiratorio ed il colorito siano degli indici importanti.

Ma perché è importante la reazione agli stimoli?

Perché indica qual è la forza del neonato di aggrapparsi alla vita.

E quali sono le reazioni, i riflessi primordiali di un neonato?

Il riflesso palmare, il rifletto plantare e quello di Moro sono quelli che si interessano di più perché strettamenti connessi alla capacità di un cucciolo d’uomo di aggrapparsi.

Riflesso Palmare
Riflesso Plantare
Riflesso di Moro
Improvvisa apertura delle braccia e successiva chiusura delle stesse

Questo ci lascia intendere che un neonato per “sopravvivere” ha bisogno di stringersi ad un adulto, di stare a contatto con la mamma.

La mamma è l’habitat del neonato.

Perché allora ci domandiamo se tenendo in braccio il nostro bambino prenderà il Vizio?

Il bisogno di contatto è un bisogno primario, non dovrebbe servirci la scienza per raccontarcelo, bisognerebbe solo osservare il nostro bambino e seguire il nostro istinto.

Se un neonato piange ci sta dicendo qualcosa.

Il pianto del neonato può essere un segnale di un dolore, ma più spesso è semplicemente la sua modalità per richiamare la nostra attenzione e dirci che ha un bisogno.

I loro bisogni si contano sulle dita di una mano.

Fame, sete, pulizia e Contatto

La parola contatto racchiude molto altro, calore, contenimento, movimento, suono, amore.

Per rispondere a questo bisogno tutte le mamme portano i propri bambini al petto ed il babywearing è uno strumento efficace sia dal punto di vista pratico ma soprattutto relazionale.